Dalle evidenze alla sostenibilità assistenziale: la gestione del rischio da mezzo di contrasto nel paziente oncologico. Esperienza in un centro universitario italiano

Igiene e Sanità Pubblica 2022; 78(1):36-57

Grassedonio E.*, Incorvaia L.**, Guarneri M.***, Giubbini G. °, de Belvis A. G, Midiri M.*

*Dipartimento di Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica avanzata, Università degli Studi di Palermo **Oncologia Medica, Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “Paolo Giaccone”, Palermo

***Nefrologia e Dialisi, Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “Paolo Giaccone”, Palermo
° Sezione di Igiene, Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma

Abstract
L’utilizzo di mezzi di contrasto (MdC) organo-iodati in ambito diagnostico ed interventistico è notevolmente aumentato negli ultimi 10 anni. È necessario distinguere tra le diverse tipologie di MdC, in primo luogo sulla base dell’osmolarità: minore è quest’ultima, maggiore è il profilo di sicurezza per il paziente. Il rischio di danno renale acuto da mezzo di contrasto (PC-AKI) è comunque determinato, naturalmente, anche da fattori di rischio legati al paziente. Particolarmente nei centri di riferimento, risulta opportuno dotarsi di un programma standardizzato allo scopo di stratificare i pazienti sulla base del rischio, definire le strategie di prevenzione ed i ruoli dei diversi specialisti coinvolti. L’esperienza sul campo descritta nel presente lavoro è consistita nell’applicazione di un modello organizzativo in merito relativamente alla TC, con uno studio della fattibilità dell’applicazione nella routine clinica di una check-list evidence based, quale strumento di supporto alle decisioni cliniche (clinical decision support system, CDSS) in ambito oncologico. È stata effettuata una valutazione pilota su 54 pazienti afferenti alla casistica trattata in un Policlinico Universitario in regime di day service con diagnosi di tumore solido. Gli esiti della stessa hanno portato il gruppo di lavoro a ritenere che il CDSS così strutturato portasse alla possibilità di sovrastimare il rischio clinico di PC-AKI, e conseguentemente a ridefinire la scheda di assessment. L’esperienza ha testimoniato come non sia generalmente semplice individuare nell’immediato un algoritmo utile a standardizzare la gestione di fattispecie clinicamente complesse quale la prevenzione del PC-AKI. La realizzazione di valutazioni pilota può costituire un valido strumento di armonizzazione tra la solidità dei riferimenti derivanti dalla evidence based medicine e la tangibilità dei dati di real world. È comunque opportuno ampliare l’applicazione della scheda di assessment in una casistica più numerosa rispetto a quella inclusa nel pilota, nonché condurre un’analisi pre-post relativamente all’impatto clinico in termini di incidenza da PC-AKI. sempre considerano questo rischio ed anche la popolazione è poco informata sui comportamenti da adottare per la prevenzione.


From evidence to care sustainability: risk management by contrast agent in cancer patient. Experience in an italian teaching hospital

The use of organo-iodinated contrast media (CM) in diagnostics and intervention has increased in the last 10 years. It is necessary to distinguish between the different types of contrast agent, primarily with respect to osmolarity: with low osmolarity the safety profile for the patient is higher. The risk of acute renal injury caused by contrast agent (PC-AKI) is however determined also by risk factors related to the patient. Particularly in main centers, it is advisable to have a standardized program in order to stratify patients with respect to risk, to define prevention strategies and the roles of the specialists involved. The experience described in this work consists in the application of an organizational model relating to CT, with a feasibility study of applying an evidence-based check-list in the clinical routine, as a tool to support clinical decisions (Clinical Decision Support System, CDSS) in the oncology field. A pilot evaluation was carried out on 54 patients belonging to the case series treated in a Teaching Hospital, in a day service regime with a diagnosis of solid tumor. The results of this evaluation led the working group to believe that the CDSS thus structured determines the possibility of overestimating the clinical risk of PC-AKI, and consequently to redefine the evaluation form. Experience has shown that it is not generally easy to immediately identify an algorithm useful for standardizing the management of clinically complex situations, such as PC-AKI prevention. The conduction of pilot evaluations can be a valid instrument of harmonization between the solidity of the references deriving from evidence based medicine and the tangibility of real world data. It is advisable to broaden the application of the CDSS more in a larger number of cases, as well as conduct a pre-post analysis relating to the clinical impact in terms of incidence from PC-AKI.


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